venerdì 23 febbraio 2018

domenica 3 dicembre 2017

Frange Anarchiche e Radicalizzazione.....

In tema di terrorismo è utile attenzionare il fenomeno che alcune fonti d'informazione durante attività d'intelligence hanno fornito; cioè l'appoggio di alcune frange Anarchiche alla radicalizzazione di jihadisti di seconda generazione sul territorio nazionale e non, al fine di perfezionare la massima infiltrazione nel tessuto sociale ed economico, nuova frontiera del Terrorismo 4.0.
Nella nuova strategia del terrore, che esula dal fenomeno religioso usato come pretesto per lo più, vi è come obiettivo la conquista economica del vecchio continente, con il supporto massonico facente riferimento al piano Kalergi.
In questo preoccupante quadro è quanto mai indispensabile il perfezionamento delle attività di intelligence, con particolare riferimento alla Cyber Security, strumento utile a tracciare a fini investigativi e non solo di protezione, le linee portanti per la lotta al terrorismo, partendo dalla rete.....non solo nazionale.
Il sistema paese ha bisogno di alzare la guardia, siamo sul filo del rasoio anche grazie allo Ius Soli....che è l'elemento fulcro del Piano Kalergi.

EP
Security Expert & Analyst Intelligence I.R.
Membro Collegio Sicurezza M.I.

domenica 24 settembre 2017

Cos'è la Cyber Security?

La Cyber Security è il processo che consente la protezione delle informazioni attraverso attività di prevenzione, rilevazione e risposta ad attacchi provenienti dal 'Cyberspazio'.

La Cyber Security è un processo e non una soluzione tecnologica!

Questo processo oltre ad essere difensivo, può diventare un utile strumento di lotta al terrorismo ed è integrante al Protocollo Homeland Security EP@ !

Un sistema sicuro nasce da qui !

EP
Security Expert & Analyst Intelligence I.R.

giovedì 7 settembre 2017

Esternalizzare Dipendenti per Rilancio Attività

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venerdì 25 agosto 2017

Terrorismo e Italia

In tema di allerta per potenziali attacchi terroristici, oltre a cogliere positivamente la valutazione riguardo l'uso dei Droni per attentati già oggetto di alcune informative ignorate sino ad oggi dalle istituzioni, credo che le stesse debbano valutare i canali ove viaggiano i flussi di denaro, tipo i money transfert, in quanto non solo per il danno erariale, ma il fine è l'intercettazione di canali di finanziamento a gruppi terroristici, in quanto anche se il denaro apparentemente finisce ai familiari, in molti casi è una mera copertura, come alcuni riscontri han dimostrato, altresì nello stesso contesto è utile tracciare le carte ricaricabili rilasciate in Italia ed in uso all'estero, come anche i conti online non solo di soggetti natii nei quadranti del califfato, ma anche di soggetti natii nei Balcani che  non tanto per credo ma quanto per business prestano il loro supporto.

EP
Security Expert & Analyst Intelligence I.R.

sabato 19 agosto 2017

Guantanamo Europea

Guantanamo Europea

In tema di potenziali terroristi integrati, essendo gli stessi molte volte già di seconda generazione, sarebbe opportuno valutare, stante anche il rapporto dell'Europol i cui dati sono preoccupanti, l'istituzione di una Guantanamo Europea, al fine di recludere preventivamente soggetti sospettati di attività terroristica.
Questa soluzione non solo permetterà una migliore attività investigativa, ma fungerà da struttura di prevenzione e sorveglianza, un ulteriore strumento ai fini preventivi per la sicurezza pubblica, che ovviamente godrà di leggi speciali ad hoc.

EP
Security Expert & Analyst Intelligence I.R.

domenica 16 luglio 2017

RELAZIONE CC-RTI IMMIGRAZIONE, POLITICA & CRIMINALITA' !!

Una delle ultime relazioni dei nostri servizi segreti su quello che accadrà nelle prossime settimane e/o nei prossimi mesi nel Canale di Sicilia, dà risultati impressionanti. 
Oltre mezzo milione di persone - siriani, eritrei, etiopi, nigeriani, sudanesi e cittadini di altri paesi centroafricani - ammassati nelle "prigioni" dei trafficanti libici in attesa di essere trasferiti su "navi madre" e barconi diretti verso le coste siciliane. 
Anzi, verso le nostre navi della Marina Militare, che da mesi battono in lungo e in largo il mare tra le coste nord africane e quelle italiane. 
Un sos che gli 007 italiani hanno girato alla Presidenza del Consiglio, con un'analisi drammatica di quello che in queste ore sta accadendo nei paesi centroafricani e, soprattutto, in Libia l'ultimo terminale delle migliaia di disperati che fuggono dai loro paesi d'origine per guerre e fame, ma non sempre è così, stante dietro un disegno terroristico di infiltrazione nel vecchio continente di cellule terroristiche. 
Attualmente, secondo le informazioni raccolte sul posto dall'Aisi e dall'Aise (i nostri servizi interni ed esteri) oltre cinquecento "Katibe", bande paramilitari armate fino ai denti, con la complicità di poliziotti e della guardia costiera libica corrotti, gestiscono il grande business dell'immigrazione clandestina verso l'Italia. 
Le aree maggiormente interessate all'organizzazione delle "partenze" sono quelle intorno a Tripoli, Misurata e Bengasi dove arrivano le centinaia di migliaia di disperati provenienti da Sudan, dalla Nigeria e da altri paesi del Centro Africa e che fanno capo a due grandi punti di "raccolta" e "snodo", l'oasi di Kufra (nel Sud-Est della Libia) e l'area di Sebah (nel Sud-Ovest); questo ancora oggi nonostante alcune operazioni governative di dissuasione.
Dopo il conflitto nel Mali il Niger è diventato il principale collettore pre-libico degli africani che si muovono dai Paesi del Centro Africa e che "sbarcano" a Sebha. 
Sul versante orientale del continente il punto di raccolta per coloro che provengono dal Corno d'Africa, prima dell'ingresso in Libia, è la città sudanese di Khartoum.
"Il primo trimestre 2014 arrivarono oltre 10mila extracomunitari, oggi abbiamo nello stesso periodo doppiato il precedente risultato; ciò vede confermata la centralità del territorio libico.

Qui - annotano i nostri 007 - il territorio è tutt'ora controllato dalle "Katibe" coinvolte nella tratta finale del viaggio migratorio. 
Tali organizzazioni para-militari, ascrivibili alla struttura tribale libica prima, proliferate dopo la rivolta anti-Gheddafi poi, approfittano della propria capacità, anche militare, del controllo del territorio". 
I trafficanti sono ancora oggi, in prevalenza somali, eritrei, sudanesi, nigeriani, maliani che una volta portato il "carico" di essere umani in Libia devono fare ricorso alla intermediazione delle "Katibe" per avere il "via libera" all'accesso alle imbarcazioni e il "nulla osta" delle forze dell'ordine corrotte. 
Le varie operazioni italiane che finora han salvato dalla morte migliaia di disperati, ha paradossalmente "sconvolto" il mercato dei trafficanti di esseri umani, i prezzi per pagare il viaggio - che costava fino a duemila dollari - si sono abbassati. 
Ciò per i minori costi sostenuti dai gestori delle reti dei trafficanti, e per le ridotte porzioni di viaggio perché "intercettati" dalle navi della Marina Militare Italiana.
lo scenario egiziano non è meno preoccupante. I trafficanti forniscono più "servizi" rispetto a quelli libici: imbarcazioni in partenza, scafisti (soprattutto egiziani) e consentono che il pagamento della traversata sia saldato dopo l'arrivo in Italia, anche attraverso "prestazioni lavorative"; di qui la conferma del coinvolgimento della criminalità organizzata italiana interessata insieme alle lobby massoniche al business di riflesso del fenomeno migratorio. 

Ed è dalle coste egiziane che arriva la maggioranza dei siriani. 
"Quelli giunti in Italia via mare,  già dal 2013 sino ad oggi, sono stati oltre 11 mila, al primo posto fra i migranti in Italia, per arrivare ad oggi al raddoppio degli stessi".
Ma l'emigrazione dalle coste nord africane verso il nostro Paese è quella più evidente. 

Ci sono ancora oggi altre centinaia e centinaia di migliaia di disperati che arrivano dall'area anatolico-balcanica da sempre collettore dei flussi migratori di Palestina, Iran, Iraq, Turchia, Siria, Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, India, Sri Lanka. 
E poi quella più "silenziosa", la migrazione asiatica, che si avvale di canali diversificati, in tratte aeree, terresti e via mare.
Le organizzazioni che le gestiscono  in "associazione d'impresa" sono abilissime nel gestire il fenomeno con le relative coperture politiche.
In aggiunta, per così dire, il fenomeno si perfeziona con il business delle vaccinazioni, che stante l'importazione di patologie nel ns paese ormai debellate,  che si ripresentano offrendo l'alibi alla politica/business di istituire con delle leggi l'obbligo di vaccinazione in modo non certamente etico e costituzionalmente corretto.
Tutto ciò non fà che aumentare il rischio terroristico e non solo proveniente dall'estero, perchè l'esasperazione di un popolo, porta storicamente con se un seguito di rivoluzione sociale e non solo.
In conclusione la sicurezza sociale e non solo, passa per tutte queste valutazioni e un governo degno di tale nomea procederebbe nel senso più stretto ad un inversione di rotta.

@CC-RTI

f.to EP
Analyst Intelligence & Security Expert I.R.